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Buoni pasto, lo sciopero ha funzionato!

Dopo la protesta del 15 giugno scorso, che anche in Trentino ha visto coinvolti migliaia di bar, ristoranti e negozi di alimentari, il governo passa ai fatti e con la conversione del Dl “Aiuti” mette fine alle commissioni insostenibili a carico degli esercenti. Stabilito il tetto del 5%

19/07/2022

Marco Fontanari, Presidente dell’Associazione Ristoratori del Trentino, sottolinea: «Questo è il segnale che la protesta dei pubblici esercizi messa in piedi da Fipe-Confcommercio il 15 giugno scorso ha colpito nel segno, spingendo il governo a prendere provvedimenti per migliorare una situazione da tempo insostenibile.

In quel giorno, anche in Trentino, moltissimi bar, ristoranti e negozi di alimentari aderenti allo sciopero hanno deciso di non accettare i “ticket” dai loro clienti, motivando il rifiuto con precise ragioni. Prima fra tutte, le commissioni insostenibili, a volte addirittura superiori al 21% che sono costretti a pagare alle aziende emettitrici dei buoni pasto.»

La prossima gara Consip (BP10) del valore di oltre 1,2 miliardi di euro sarà quindi il vero banco di prova per valutare l’efficacia di queste nuove regole nel segnare una profonda discontinuità con le precedenti gare che hanno creato il malcontento.

«I nostri ripetuti appelli – continua Fabia Roman Presidente dell'Associazione dei Pubblici Esercizi del Trentino - e lo sciopero del 15 giugno hanno, dunque, sortito i primi effetti. Abbiamo raggiunto - un primo importante risultato rispondendo così al disagio di numerose imprese che da questo momento potranno continuare ad assicurare un servizio alla propria clientela, senza, tuttavia, essere tassati ingiustamente».

 

Il secondo obiettivo è quello della riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, per intervenire anche sulle gare private che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato. Occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore. Ed è bene ricordare che questo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione.

In vista della prossima Legge di Bilancio, proseguirà l’interlocuzione con il MEF per porre fine alle pesanti distorsioni che oggi caratterizzano il mercato dei buoni pasto in Italia.