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L’intelligenza artificiale ci renderà stupidi?

Esperti a confronto sull’AI e il suo impatto su imprese, lavoro e società

31/01/2025 da Ufficio stampa

L’intelligenza artificiale è destinata a renderci più intelligenti o più stupidi? Questo il provocatorio interrogativo al centro dell’evento organizzato da Agenti FNAARC Trentino, in collaborazione con Confcommercio Trentino, che ha visto la partecipazione di esperti del settore per analizzare il ruolo sempre più pervasivo dell’AI nella società, nell’economia e nel mondo del lavoro. Ad introdurre i lavori, il direttore di Confcommercio Trentino Massimo Travaglia, il vicepresidente Agenti Fnaarc Trentino Filippo Muraglia, il vicepresidente dell'Associazione Attività di Servizio Valter Nicolodi e il presidente Agenti Fnaarc Nazionale Alberto Petranzan.

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L’incontro ha visto la partecipazione di Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori della community “IA Spiegata Semplice”, che hanno fornito una panoramica sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale, con particolare attenzione alle sue applicazioni nel business e nel commercio. Accanto a loro, Claudia Lenarduzzi di Beinnova, esperta di cybersecurity, che ha approfondito il tema della sicurezza informatica nell’era dell’AI, evidenziando rischi e strategie per proteggere i dati aziendali.

Durante il dibattito, gli esperti hanno sfatato alcuni dei principali miti sull’AI, sottolineando come questa tecnologia non sia un nemico dell’intelligenza umana, ma piuttosto un acceleratore di processi, capace di ottimizzare il lavoro e aumentare la produttività. Tuttavia, il rischio di un utilizzo superficiale o non consapevole esiste e impone un approccio critico e responsabile.

Opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale

L’incontro ha evidenziato come l’intelligenza artificiale sia già oggi una realtà concreta in molteplici settori: dal commercio alla sanità, dall’industria alla cybersecurity. Se da un lato le aziende possono sfruttarne il potenziale per migliorare l’efficienza e la competitività, dall’altro emerge la necessità di sviluppare competenze adeguate per non subire passivamente il cambiamento.

Uno degli spunti più interessanti ha riguardato il concetto di pensiero critico nell’era dell’AI: se l’accesso a strumenti sempre più sofisticati può facilitare molte attività, il vero rischio è la dipendenza dalla tecnologia senza una reale comprensione dei meccanismi che la regolano. In questo scenario, la formazione e l’educazione digitale diventano elementi chiave per garantire un uso consapevole dell’AI, sia nel mondo del lavoro che nella vita quotidiana.

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Un successo di pubblico

L’evento ha registrato una vasta partecipazione, con oltre 200 imprenditori e associati presenti, a conferma dell’interesse sempre crescente per le sfide e le opportunità dell’intelligenza artificiale. Il dibattito ha ribadito come l’AI non sia una minaccia, ma uno strumento potente, la cui efficacia dipenderà dalla capacità di essere governato con consapevolezza.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto per imprenditori, professionisti e cittadini interessati a comprendere meglio il futuro dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla società. Un tema che resta aperto e che continuerà a far discutere nei prossimi anni.