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Automotive, luci ed ombre sulla transizione verso i motori elettrici

L’Unione Europea ha posto il limite del 2035 per la fine della vendita dei motori termini, ma all’orizzonte la transizione non sarà così semplice secondo gli operatori 

28/05/2024 da Ufficio stampa

TRENTO. A chi giova, cui prodest, la fine del motore endotermico, cioè delle classiche automobili a benzina o diesel? In uno scenario internazionale, il mondo dell’automotive cerca di riorganizzarsi in vista di una scadenza, il 2035, molto ravvicinata da un punto di vista industriale e commerciale. Ne hanno parlato oggi il direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini, la presidente di Federauto Trentino Camilla Girardi e il direttore del CRTCU Carlo Biasior nella sala della Fondazione Caritro. 

La transizione green costa e non è detto che i vantaggi siano così evidenti dal punto di vista ambientale. Non ha dubbi il direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini sui rischi connessi ad una accelerata “dall’alto”, ovvero per iniziativa politica europea, verso un mercato con ancora aspetti complessi da risolvere: proprietà delle tecnologie, fonti di approvvigionamento, riconversione industriale. «L’elettrico fa fatica ad affermarsi da un punto di vista economicamente sostenibile. C’è un tema anche legato alla democraticità dell’automobile e della mobilità più in generale: storicamente il mercato dell’automobile ha permesso di sviluppare la mobilità individuale e la libertà di circolazione. Oggi assistiamo ad un obiettivo che cerca di limitare non soltanto le autovetture a motore endotermico, ma in generale il numero di autovetture circolanti. La transizione verso l’elettrico avrà dei costi e non è detto che a questi costi corrispondano miglioramenti anche dal punto di vista ambientale».

«Non è ancora un mercato maturo - spiega il direttore di CRTCU Carlo Biasior - ed i clienti e consumatori sono molto freddi sull’acquisto di una vettura elettrica. Anche perché, nonostante gli annunci di autovetture elettriche a basso costo, ad oggi non c’è ancora una soluzione economica e accessibile. A questo va aggiunto anche il tema della ricarica, che non è ancora diffusa capillarmente, mentre la ricarica autonoma installata nelle proprie abitazioni non è una soluzione che tutti si possono permettere».

«Il mercato dell’automotive - commenta Camilla Girardi presidente di Federauto Trentino - sta vivendo un momento di grande cambiamento. Non va bene - e come Federauto l’abbiamo ribadito in più occasioni - che gli incentivi vengano annunciati e poi immessi sul mercato dopo 6 mesi, perché questo provoca una distorsione di domanda e offerta molto pericolosa. Oggi c’è un tema legato all’ambiente e alla transizione energetica ma che coinvolge direttamente anche l’approvvigionamento dell’energia: non siamo pronti ad un mercato legato all’automobile elettrica perché non c’è un sistema che possa sostituire, oggi, la rete tradizionale. Per usare un paragone con il mondo dell’edilizia, si è iniziato a costruire una casa dal tetto, l’auto elettrica, senza affrontare il tema delle fondamenta, cioè dell’intera filiera. Come concessionari siamo favorevoli alla transizione energetica ma la pianificazione va contemperata anche con un’analisi delle varie realtà: ci sono situazioni in cui è davvero difficile poter utilizzare un’automobile completamente elettrica».