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Il triste primato dei supermercati: non è così che Rovereto può tornare a crescere

Dopo l’apertura di un nuovo discout le considerazioni di Massimo Moschini, rappresentante del centro storico per l’Unione Commercio e Turismo

05/12/2019

 

Rovereto ha più mq di superficie commerciale di Milano, in rapporto al numero di abitanti e, ancora peggio, vanta il triste primato dei supermercati: dopo l’apertura del primo MD in città di venerdì scorso, sull’asse via del Garda-via Abetone, in poco più di un chilometro, ora ce ne sono ben sei, ai quali si aggiungerà l’annunciata apertura del 7° ipermercato sull’area “La Favorita”. Un trend che contrasta con il crescente numero di locali sfitti in altre zone della città, non solo in centro.

“E’ una situazione davvero incredibile, che non trova giustificazioni in quanto, purtroppo, in queste condizioni Rovereto sta diventando il più grande supermercato del Trentino, perlopiù con un’offerta basata sul prezzo e sugli sconti continui, una battaglia al massimo ribasso che non giova certo all’immagine dell’intera rete commerciale roveretana che, storicamente, puntava sulla qualità, il servizio e la professionalità per attirare la propria clientela”.

Massimo Moschini, rappresentante del centro storico per l’Unione commercio e turismo, interviene a stigmatizzare questa inverosimile corsa all’apertura di nuovi discount a Rovereto: “Ormai sembra un processo inarrestabile, visto che oltre al nuovo supermercato alla Favorita è già prevista una nuova media superficie di vendita (fino a 1500 mq) a fianco del MD e tra qualche mese aprirà un altro Aldi in via Brennero, a nord dello stadio Quercia.

Massimo Moschini, rappresentante centro storico per l'Unione commercio e turismo

Esistono altri parametri di valutazione, al di là della normativa provinciale che consente libere aperture fino ai 1500 mq di superficie di vendita, come l’impatto sulla viabilità di nuove aperture, com’è dimostrato in via del Garda, dove si circola ormai a passo d’uomo con le fermate degli autobus in mezzo alla carreggiata; come sta avvenendo in egual misura in via Abetone, dove la concentrazione costituita da Md, Lidl, Dpiù e Road House ha creato un perenne flusso di autoveicoli ed una caotica situazione di viabilità. Parimenti, mi chiedo, è stato misurato il prevedibile impatto del nuovo Aldi di via Brennero sulla già intasata viabilità sul “fagiolone” di S. Ilario? Tutti elementi che possono consentire legittimamente ad un Comune di porre vincoli all’apertura libera ed indiscriminata di nuovi discount, come avvenuto già in altre zone d’Italia.

Come si può invertire questa rotta che sembra irrefrenabile? “La città non può essere in balìa di questa corsa all’apertura di supermercati, una seria azione programmatoria dovrebbe puntare ad aumentare l’attrattività della città dotandola di attività e servizi direttamente connessi a soddisfare i bisogni dei cittadini ed a creare servizi per visitatori di giornata e turisti, aumentando il sistema dell’accoglienza e dell’ospitalità, che va al di là dei singoli eventi e delle manifestazioni, che non possono rappresentare l’unica fonte di attrazione”.

Pensando allo sviluppo del centro storico, alle prese con un progressivo calo di attività economiche, per Moschini “è fondamentale che tutti i soggetti, dall’ente pubblico ai singoli operatori, facciano uno sforzo per riuscire a favorire un salto di qualità, ciascuno nel proprio ambito di competenza: il Comune deve pensare a garantire facile accessibilità al centro, zone di sosta fruibili e ben segnalate, arredo urbano in linea con il contesto storico-artistico della città, illuminazione pubblica all’altezza, garantire pulizia e presidio del territorio; gli operatori possono essere protagonisti mantenendo sempre aggiornati e moderni i propri esercizi, operando con professionalità e flessibilità e dando il proprio contributo all’interno dei soggetti organizzati, deputati proprio a promuovere azioni collettive di fidelizzazione della clientela, creazione di un tessuto commerciale attrattivo e moderno, valorizzazione di un sistema cittadino che solo se coordinato unitariamente può esercitare un’efficace attrazione

 Serve un’azione sinergica più stretta e una reale volontà di valorizzare il patrimonio economico esistente, prima che lo stesso vada a sparire inesorabilmente perchè gli oltre 100 spazi vuoti del centro non sono un problema dei commercianti ma di tutta la città, con risvolti sociali molto chiari”.