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Flavio Biondo risponde alle affermazioni del presidente della Pro Loco Riva Carlo Modena (L'Adige mercoledì 27 dicembre)

Il Villaggio del Gusto a Riva del Garda "oggetto" di critiche

La presa di posizione di Flavio Biondo, presidente dei Ristoratori Alto Garda e Ledro

28/12/2017

A prescindere dall'affermazione giornalistica/modaiola del termine ”Street Food”, affermazione che fa capire quanto chi scrive non abbia capito il senso del progetto ”Villaggio di Gusto in Gusto”. Ricordo che Street Food altro non è che "Cibo da Strada" esattamente ciò che noi stiamo proponendo. A prescindere la chiosa dell'articolo, che reputo personalmente ”offensiva, arrogante e irrispettosa” lanciata contro chi personalmente ci ha messo del suo, dai soldi di tasca propria, alla disponibilità personale, all’organizzazione aziendale/personale dipendente a pagamento e soprattutto l’insegna del locale. Cosa ben diverso da esporsi con la faccia del "patron" di associazioni pubbliche e soprattutto in presenza di contributi pubblici e con personale volontario non stipendiati. Ma qui mi fermo, l'oggetto del contendere sarà discusso nei tavoli appropriati.


Ciò che mi rattristisce è il fatto che il Sig. Carlo Modena penso non abbia avuto tempo di leggere e di comprendere il fine del Villaggio di Gusto in Gusto. Un'iniziativa, a prescindere le dichiarazioni di primogeniture, partita dalla volontà collettiva delle categorie di Confcommercio appoggiatasi alla Pro Loco per oggettive, dovute e imposte volontà della Amministrazione Comunale. Un’iniziativa sostenuta sia quest'anno che l'anno scorso dalla volontà delle partite iva private che hanno creduto nel progetto promozionale del territorio e si sono messe in discussione senza alcun "paracadute economico pubblico" ben consapevoli che per l'eventuale buco di bilancio non ci sarebbero stati finanziamenti "pubblici" in grado di tappare l'eventuale "buco", (Non serve ricordare vecchie e cospicue similitudini economiche). E qui mi si pone una domanda: “Ma perché la Pro Loco Riva tiene cosi tanto a tenere nascosto quell’organo che ha permesso il tutto e che si chiama Associazione Villaggio del Gusto? Associazione ufficialmente registrata all’Agenzia delle Entrate, con tanto di consiglio direttivo a partire dal Presidente Francesco Armanini, il Vice Andrea Reighl ed i vari consiglieri di cui il Vice presidente dei Ristoratori Paolo Turrini e tutti gli altri componenti che hanno dato e stanno dando anima e corpo alla riuscita del villaggio senza nessun tornaconto, ne d’immagine ne economico. (Mmm, lascio a voi la risposta.) Ma desidero evitare anche questo argomento delicato, ciò che desidero di più è ricordare le fondamenta del disciplinare del Villaggio di Gusto in Gusto che hanno permesso di costruire questa meravigliosa proposta, che sono:

Economia - La volontà è quella di portare gente/turismo/economia nell'Alto Garda evitando di replicare i mercatini già esistenti sul territorio trentino (Arco, Canale, Rango, Rovereto, Trento).

Prodotto e Territorio - La volontà è quella di promuovere il territorio ed i prodotto del territorio, infatti il disciplinare impone che le 23 casette propongano esclusivamente  prodotti e ricette del territorio, e non la porchetta o la piadina romagnola (Con tutto rispetto), coinvolgendo Associazione Ristoratori del Trentino, Associazione Pubblici Esercizi e soprattutto i brand di livello nazionale: La Strada del Vino e dei Sapori Garda - Dolomiti e Trento Doc.

Promozione locale - Infatti si è evitato di coinvolgere i professionisti dello "Street Food” che venivano da fuori, per cosi poter promuovere sia i locali stanziali evitando situazioni tipo in Via Roma in occasione della Notte di Fiaba.


Evitare il Cannibalismo economico - Il fine ultimo ma non ultimo era quello di evitare di creare una proposta turistico/gastronomica che non andasse a nuocere agli esercizi pubblici stanziali. Coinvolgimento delle Attività locali - infatti il Villaggio doveva essere (come l’anno scorso) un polo di attrazione per portare gente nelle attività di Riva del Garda, mentre la attuale location (Che non ho condiviso dal primo giorno ma che c’è stata imposta) reputo abbia girato fisicamente le spalle alle aziende, e che il piano sicurezza sia stato un giustificativo per creare il villaggio come corollario della Casetta di Babbo Natale ma che abbia tolto il fine di coinvolgimento delle attività locali.

Ora, sono consapevole che quest’anno qualcuno mi vede come detrattore del Villaggio, ma vi assicuro non è cosi, (Anche perché al Villaggio sono presenti sia il Presidente della Associazione Ristoratori che Vasco Bresciani Presidente della Associazione Pubblici Esercizi) se mi permetto di scrivere e sollevare certe istanze è solamente perché ci tengo molto e ho la sensazione che tutte queste situazioni grottesche altro non faranno che affossare un’iniziativa collettiva degna di questo nome e soprattutto, un’iniziativa di categoria che non ha precedenti, ma che la “politica” la sta snaturando facendola diventare una manifestazione “tout court” della caratura tipo Casetta di Babbo Natale, La Befana subacquea etc etc..

Presidente Associazione Ristoratori del Trentino Alto Garda e Ledro - 
Vice Presidente Provinciale Associazione Ristoratori del Trentino
Flavio Biondo