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Legionella: le linee guida per il controllo, la prevenzione e la gestione del rischio

Valutazione del rischio legionella per la sicurezza degli ospiti e dei lavoratori della struttura ricettiva

29/06/2022 da Ufficio stampa

Torniamo sull’argomento legionella (vedi Notiziario Unione 4/2015, 3/2016 e 3/2017) per ricordare, in sintesi, il contenuto delle Linee Guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosirecepite con la delibera della Giunta Provinciale n. 536/2016. Il documento, oltre a fornire una definizione chiara ed esaustiva della legionellosi, riporta una lunga disamina dei fattori di rischio, delle modalità di trasmissione, dei luoghi, della frequenza della malattia, del trattamento sanitario e clinico che alle patologie viene riservato. Ampio spazio viene poi riservato alla progettazione, realizzazione e manutenzione degli impianti sanitari, aeraulici, di raffreddamento, con particolare riferimento alle prese d’aria e ai sistemi filtranti, principali responsabili della trasmissione del batterio.

Che cos’è la legionella

La legionella è un batterio molto diffuso in natura, associato alla presenza di acqua (laghi, fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). La legionella può colonizzare gli ambienti idrici artificiali (reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici degli edifici, impianti di climatizzazione, piscine, fontane, ecc.) che agiscono come amplificatori e disseminatori del microrganismo.

L’infezione causata dal batterio legionella viene comunemente chiamata “legionellosi”. È una malattia infettiva grave, a letalità elevata, sottoposta ad un programma di sorveglianza speciale.

I casi relativi a turisti vengono inseriti in un database internazionale. La procedura che segue la segnalazione di casi di legionellosi prevede minuziose ispezioni sulla struttura turistico ricettiva nella quale risulta aver soggiornato il viaggiatore; la struttura turistico ricettiva che non riesca ad eliminare la fonte di infezione entro tempi strettissimi, vedrà pubblicato il suo nome sulla sezione del sito dell’ECDC (ELDSNet) accessibile al pubblico. Questa segnalazione rimarrà sul sito finché non verrà inviato un rapporto che comunichi la messa in atto di idonee misure di controllo.

Le linee guida contengono un “Protocollo di controllo del rischio legionellosi” diviso in tre fasi sequenziali e correlate: valutazione del rischio, gestione del rischio, comunicazione del rischio. Il documento è scaricabile qui.

1. Valutazione del rischio sicurezza nei luoghi di lavoro

Le nuove linee guida sono emanate in attuazione del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 “tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, che obbliga i datori di lavoro ad attuare misure di sicurezza appropriate per prevenire i rischi e proteggere tutti i soggetti presenti nei luoghi di lavoro. La legionella è infatti classificata tra gli agenti biologici per i quali la normativa (Titolo X e allegato XLVI del decreto legislativo n. 81 del 2008) prevede l’adozione di misure di prevenzione a seguito del procedimento di valutazione del rischio.

Il rischio legionellosi ha implicazioni anche per quanto riguarda gli adempimenti del gestore della struttura turistico ricettiva nella sua ulteriore veste di datore di lavoro. Nell’elaborazione del documento di valutazione dei rischi il gestore della struttura ricettiva deve dunque considerare anche il rischio di esposizione ad agenti biologici, quali appunto la legionella, classificata dalla vigente normativa in materia come agente biologico gruppo di rischio 2 (titolo X e allegato XLVI del Decreto Legislativo n. 81/2008).

Per un’efficace prevenzione è d’obbligo che il gestore di ogni struttura turistico-ricettiva mantenga sempre aggiornato il documento di valutazione del rischio legionella.

La valutazione deve essere effettuata da una figura competente, responsabile dell’esecuzione di tale attività (ad es. igienista, microbiologo, ingegnere con esperienza specifica, ecc.).

Le informazioni relative alla valutazione del rischio ed al relativo piano di controllo devono essere comunicate dall’incaricato della valutazione al gestore della struttura o a un suo preposto che, a loro volta, dovranno informare tutte le persone che sono coinvolte nel controllo e nella prevenzione della legionellosi nella struttura.

La valutazione del rischio è fondamentale per acquisire conoscenze sulla vulnerabilità degli impianti. Una corretta valutazione del rischio correlato ad una struttura turistico ricettiva deve partire da un’ispezione degli impianti a rischio, supportata, qualora disponibili, dagli schemi d’impianto aggiornati.

Tale analisi ispettiva deve essere finalizzata ad individuare i punti critici di ciascun impianto a rischio, in considerazione delle condizioni di esercizio e manutenzione che lo caratterizzano.

In base all’ispezione ed agli schemi d’impianto disponibili, deve essere valutato quali siano i punti della rete (idrica ed aeraulica) e le specifiche d’esercizio e di controllo che possano determinare un rischio per gli ospiti e per i dipendenti della struttura.

2. Gestione del rischio

Per assicurare una riduzione ed un controllo del rischio legionellosi è necessario che i gestori di strutture ricettive adottino le misure preventive riportate nelle nuove linee guida.

Nel caso in cui queste misure di controllo non possano essere tutte immediatamente messe in atto, e in una struttura turistico ricettiva si valuti la presenza di un potenziale rischio derivante da uno o più impianti (ad esempio la temperatura dell’acqua calda sanitaria è diversa da quella raccomandata oppure vi è la presenza di rami morti nella rete di distribuzione idrica od altro), occorre effettuare celermente un campionamento dell’acqua per la ricerca di Legionella.

In relazione alla concentrazione di Legionella riscontrata dal campionamento, è necessario definire, sempre con l’ausilio di un’adeguata valutazione del rischio, un programma per applicare prioritariamente quelle misure correttive tali da contenere il rischio evidenziato.

Fino a quando non sia possibile mettere in atto tutte le misure correttive e di mantenimento richieste dalla valutazione del rischio, il campionamento ambientale dovrà essere ripetuto mensilmente per i primi sei mesi, e successivamente con cadenza da stabilirsi sulla base dell’analisi complessiva del rischio.

Se si rendesse necessario effettuare la disinfezione di uno o più impianti, il piano di controllo andrà aggiornato, tenendo conto della periodicità di campionamento da rivalutarsi a seguito della situazione occorsa.

ATTENZIONE Per le strutture a funzionamento stagionale, il campionamento dovrà, comunque, essere sempre effettuato prima della loro riapertura.

3. Comunicazione del rischio

Questa fase del protocollo comprende tutte le azioni finalizzate a informare, formare, sensibilizzare i soggetti interessati dal rischio potenziale (gestori degli impianti, personale addetto al controllo, esposti, ecc.).

L’informazione e la formazione sono considerate un elemento essenziale per garantire la corretta applicazione delle indicazioni per la prevenzione ed il controllo della legionellosi.

Per assicurare una riduzione del "rischio legionella" tutti i gestori di strutture recettive devono garantire l’attuazione delle seguenti misure di controllo:

- mantenere l’acqua calda costantemente a una temperatura compresa fra i 50-60°C. L’acqua in uscita da tutti i rubinetti dovrebbe essere molto calda al tatto (si raccomanda di mettere degli avvisi accanto ai rubinetti e alle docce);

- mantenere l’acqua fredda costantemente ad una temperatura inferiore a 20°C. Se non si riesce a raggiungere questa temperatura e se una qualsiasi parte dell’impianto dell’acqua fredda o delle uscite si trova al di sopra di questa temperatura, si dovrebbe prendere in considerazione un trattamento che disinfetti l’acqua fredda;

- fare scorrere l’acqua (sia calda che fredda) dai rubinetti e dalle docce delle camere non occupate per alcuni minuti almeno una volta a settimana e comunque sempre prima che vengano occupate;

- mantenere le docce, i diffusori delle docce e i rubinetti puliti e privi di incrostazioni;

- pulire e disinfettare regolarmente (almeno 2 volte l’anno) le torri di raffreddamento delle unità di condizionamento dell’aria;

- pulire e disinfettare gli scambiatori di calore almeno una volta all’anno;

- disinfettare il circuito dell’acqua calda con cloro ad elevata concentrazione (50 ppm) per 2-4 ore dopo interventi sugli scambiatori di calore e all’inizio della stagione turistica;

- pulire e disinfettare tutti i filtri dell’acqua regolarmente ogni 1-3 mesi;

- ispezionare mensilmente i serbatoi dell’acqua, le torri di raffreddamento e le tubature visibili. Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente posizionate;

- se possibile, ispezionare l’interno dei serbatoi d’acqua fredda, e comunque disinfettare almeno una volta l’anno con 50mg/l di cloro per un’ora. Nel caso ci siano depositi o sporcizia provvedere prima alla pulizia;

- la stessa operazione dovrebbe essere effettuata a fronte di lavori che possono aver dato luogo a contaminazioni o a un possibile ingresso di acqua non potabile;

- accertarsi che eventuali modifiche apportate all’impianto, oppure nuove installazioni non creino bracci morti o tubature con assenza di flusso dell’acqua o flusso intermittente. Ogniqualvolta si proceda a operazioni di bonifica occorre accertarsi che anche bracci morti costituiti dalle tubazioni di spurgo o prelievo, ma anche le valvole di sovrapressione e dai rubinetti di bypass presenti sugli impianti subiscano il trattamento di bonifica;

- effettuare il campionamento e l'analisi delle acque di impianto presso laboratori accreditati e certificati anche nei parametri in modo da garantire massima validità e attendibilità dell'esito delle analisi.

 

In presenza di attrezzature per idromassaggio (piscine o vasche) occorre assicurarsi che siano sottoposte al controllo da personale competente che dovrà provvedere alla effettuazione e alla registrazione delle operazioni di pulizia e di corretta prassi igienica come:

• sostituire almeno metà della massa di acqua ogni giorno;

• trattare continuamente l’acqua con 2-3mg/l di cloro o di bromo (1,75mg)

• pulire e risciacquare giornalmente i filtri per la sabbia;

• controllare almeno tre volte al giorno la temperatura e la concentrazione del cloro e del bromo (disinfettanti in acqua);

• assicurare una operazione di disinfezione accurata almeno una volta a settimana.

 

Informazioni

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria UNAT e FAITA (tel. 0461 880 430 431) ed all’Ufficio legislativo (dott.ssa Mila Bertoldi).