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Per saperne di più sul dibattito generale sullo stato dell'Unione europea

17/09/2020

DI COSA SI TRATTA? 

Il dibattito sullo Stato dell’Unione è il discorso annuale nel quale la Presidenza della Commissione europea presenta al Parlamento europeo in seduta plenaria il lavoro svolto nell’anno appena trascorso, i programmi per l’anno successivo, e i piani di medio e lungo termine. In questa occasione il Parlamento europeo, unica istituzione UE direttamente eletta, può commentare e chiedere conto alla Commissione del suo operato. Il dibattito sullo Stato dell’Unione è l’occasione di creare nuovi sviluppi attraverso la valutazione dell’efficacia e degli eventuali limiti degli interventi adottati. Il dibattito di quest’anno, tenutosi il 16 settembre 2020, assume particolare rilievo in relazione alla necessità di un programma di rilancio dell’economia europea in seguito alla contingenza COVID-19 e alla contestuale negoziazione tra le istituzioni del bilancio a lungo termine, il quale influenzerà i programmi dell’UE per gli anni a venire.

Il discorso sullo stato dell’Unione è stato anche il primo pronunciato da Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione europea dal 2 Luglio 2019. A seguire sono intervenuti gli europarlamentari Manfred Weber (PPE), Iratxe García Pérez (S&D), Dacian Cioloş (Renew), Nicolas Bay (ID), Ska Keller (Verdi/ALE), Ryszard Antoni Legutko (ACRE/ECR) e Manon Aubry (GUE/NGL), e il ministro tedesco Michael Roth, a nome del Consiglio dell’Unione europea.

I punti chiave dell’intervento della Presidente Ursula Von der Leyen:

  1. La crisi del COVID e l’annuncio del Global Health Summit 2021 in Italia.
  2. Il sostegno al lavoro, attraverso il programma SURE1 e salario minimo europeo.
  3. La creazione dell’Unione bancaria e il potenziamento di Schengen.
  4. La leadership nell’economia circolare e nella riduzione delle emissioni CO2.
  5. Lo sviluppo del digitale, la governance dei dati e la tecnologia made in Europe.
  6. Lo sviluppo di un vaccino al COVID e le riforme internazionali.
  7. Il rapporto con Cina, Bielorussia, Russia, Turchia, USA, Regno Unito, Balcani occidentali, Africa, Giappone, Vietnam.
  8. Un nuovo patto sui migranti, il report sullo stato di diritto, la lotta a razzismo e discriminazioni.

Ambiti di intervento in breve dei presidenti dei Gruppi Parlamentari:

  • Maggiori risorse per i posti di lavoro, più investimenti più nell’ambito del digitale, una voce unica in politica estera - Manfred Weber (PPE)
  • Sostegno alla disoccupazione, reddito minimo europeo, sostegno palese alla comunità LGBT- Iratxe García Pérez (S&D)
  • Attenzione allo Stato di Diritto oltre che ai fondi, valutazione di impatto per la transizione green, sicurezza digitale - Dacian Cioloş (Renew)
  • Costi delle misure eccessivi, troppi vincoli, riduzione della competitività europea, incentivi per più migranti economici - Nicolas Bay (ID)
  • Attenzione ai migranti e Stato di Diritto in UE, procedura di infrazione per attacco a LGBT, bilancio europeo per il clima - Ska Keller (Verdi/ALE)
  • Standard ambientali troppo alti, sistema di voto maggioritario “tirannico” e distorsione dello Stato di Diritto - Ryszard Antoni Legutko (ACRE)
  • Giustizia fiscale, tasse sui grandi patrimoni, lotta alla crisi climatica - Manon Aubry (GUE/NGL)

SITUAZIONE ATTUALE E SCENARI FUTURI SECONDO LA COMMISSIONE EUROPEA:

La pandemia del coronavirus e il Global Health Summit 2021 in Italia:
Il rapporto tra i sistemi sanitari degli Stati membri dell’UE è stata la forza dell’Europa durante la crisi del COVID, e la cooperazione è la strada da percorrere fino a che non sarà debellata. Le istituzioni europee hanno avuto un ruolo fondamentale nel garantire il funzionamento del mercato interno (impedendo che venissero bloccate alla frontiera mascherine, guanti, ventilatori e altri prodotti sanitari, come anche nel rimpatrio di molti cittadini europei). La Presidente della Commissione europea annuncia che il Global Health Summit del 2021, vertice mondiale sulla Sanità, sarà ospitato dall’Italia in occasione della presidenza italiana del G20. L’occasione permetterà di dimostrare che l’Unione e tutte le istituzioni pubbliche sono presenti per i cittadini europei, in primo luogo per la tutela del benessere e della salute.

Lavoro: programma SURE e salario minimo europeo:
Dal programma SURE arriverà protezione da shock esterni per lavoratori e aziende europee. Ursula Von der Leyen cita lo stanziamento di € 90 miliardi destinati a 16 Stati membri dell’Unione europea, per il sostegno al lavoro e alla disoccupazione. La logica di SURE è quella di un sussidio pubblico per ridurre gli orari di lavoro di modo che le aziende che subiscono una riduzione di entrate a causa di uno shock esterno come il coronavirus, non siano poste nella condizione di licenziare i propri dipendenti, i quali nel tempo libero possono seguire corsi di formazione che beneficiano sia l’azienda sia i lavoratori stessi. La Presidente tuttavia non pone l’attenzione solo sugli shock esterni al mercato europeo: dichiara ufficialmente che verrà definito un quadro normativo per l’introduzione del “salario minimo europeo” in coerenza con la competizione interna, così da scongiurare le negoziazioni al ribasso dei salari. Il percorso indicato per arrivare al salario minimo è quello della contrattazione collettiva. In parallelo andrà stabilizzata la situazione fiscale degli Stati membri - con l’aiuto del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) - e andranno aumentate formazione e professionalizzazione dei lavoratori, così da spostarsi su impieghi qualificati, non coinvolti dalle discussioni sul salario minimo.

Le prospettive del mercato europeo: Unione bancaria, sviluppo industriale e Schengen:
Per una ripresa del Mercato europeo è necessario il completamento dell’Unione bancaria e l’affermazione del ruolo internazionale dell’euro. La Presidente ha dichiarato che il quadro normativo sulla concorrenza e quello sulla strategia industriale (che comprenderà la transizione digitale e quella green, iniziate nella prima parte del 2020) verranno aggiornate entro marzo 2021. Nel programma politico della Commissione c’è anche il potenziamento del trattato internazionale “Schengen” e delle 4 libertà che stanno alla base del Mercato unico dell’Unione europea: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali.

Un’Europa leader nell’economia circolare, nella riduzione delle emissioni CO2 e nello sviluppo sostenibile:
L’obiettivo della Commissione europea in termini di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 è passato dal 40% al 55% rispetto alla situazione attuale. Ursula Von der Leyen pone come sfida quella di fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 (concetto di “carbon neutrality”).  Si tratta di una delle azioni utili a evitare l’innalzamento delle temperature a livello globale. Per diventare leader mondiale nell’economia circolare l’Europa dovrà adeguare la normativa sulla produzione di energia, relativa tassazione e sull’efficienza energetica entro l’estate del 2021, così da creare di posti lavoro, ridurre l’inquinamento atmosferico e ridurre la dipendenza dell’Europa dall’importazione di energia. L’energia importata risulta essere per il 58,4% prodotta da petrolio o prodotti da esso derivati e al 30,5% da gas naturale - fonte Eurostat 2020. Si evidenzia che almeno il 30% dei 750 miliardi forniti attraverso Next Generation EU sarà utilizzato per progetti che impattano sugli obbiettivi del Green Deal europeo. I progetti prioritari riguardano ad esempio: l’utilizzo dell’idrogeno per l’industria e la mobilità, la ristrutturazione e valorizzazione delle abitazioni - che compongono oggi più del 40% delle emissioni di carbonio. L’esempio industriale portato dalla Presidente della Commissione è l’unicum svedese Hybrit, che produrrà “acciaio pulito” utilizzano l’energia prodotta dall’idrogeno, senza emissioni di CO2. Aggiunge Von der Leyen che per coinvolgere tutti servirà una nuova fase di progettazione ingegneristica, architettonica e artistica, che coinvolga professionisti e giovani nella “ristrutturazione sostenibile” dell’Unione: un nuovo Bauhaus europeo della sostenibilità ambientale. Il riferimento è al movimento socio-culturale d’innovazione del design nato nella Germania della Repubblica di Weimar, tra il 1919 e il 1925, che ha rivoluzionato il rapporto tra tecnologia e cultura.

Il decennio europeo del digitale: cybersecurity, flusso dei dati e made in Europe:
all’interno del progetto Next Generation EU, che prevede di raccogliere 750 miliardi, il 20% sarà destinato invece allo sviluppo del digitale. I principali obiettivi sono il mercato dei dati, l’intelligenza artificiale, le infrastrutture digitali e la strumentazione utile alla ricerca. Nello specifico:

  • La sicurezza dei dati e la loro condivisione. L’Unione europea è oggi leader nella protezione dei dati personali grazie alla sua normativa GDPR, General Data Protection Regulation e alle numerose aziende europee che operano nel settore della sicurezza digitale. Tuttavia occorre capire come governarne il flusso e favorirne la condivisione, soprattutto negli ambiti della sanità e dell’energia. Moltissimi dati industriali (circa l’80%) non vengono condivisi con i consumatori e con le istituzioni pubbliche, o non vengono utilizzati; dati invece estremamente utili per lo sviluppo di nuovi servizi e prodotti. A questo scopo il progetto Next Generation Eu prevede la creazione di un Cloud europeo coerente con la politica di cybersecurity per favorire la collaborazione tra imprese, istituti di ricerca e istituzioni pubbliche.
  • L’intelligenza artificiale al servizio del cittadino. Che si tratti di agricoltura innovativa o di analisi mediche più rapide e accurate, è necessario favorire e diffondere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI). La Commissione europea lavorerà sulla creazione di un’identità digitale sicura, con un tracciamento trasparente dei dati raccolti, per pagare in sicurezza le tasse, noleggiare una bicicletta o compiere azioni quotidiane in rete.
  • Le infrastrutture del digitale. I sistemi di trasmissione dei dati devono essere più capillari e più efficienti, per non creare divario tra chi abita un grande centro urbano e chi si connette in zone periferiche o poco servite. L’accesso alla banda larga diventa sempre più importante per la didattica a distanza, lo smart working, l’e-commerce, la gestione aziendale, ma anche per rivitalizzare le aree rurali in Europa. Per questo Ursula Von der Leyen dichiara al Parlamento europeo completo appoggio alle infrastrutture 5G e in futuro 6G.
  • Supercomputer e made in Europe. La Commissione ha previsto un investimento di 8 miliardi nella prossima generazione di supercomputer, una tecnologia d’eccellenza made in Europe. I cittadini dell’Unione dovranno avere a disposizione hardware e microprocessori in grado di sopportare il flusso di dati derivante dal 5G e dal 6G.


La distribuzione del vaccino e la riforma delle organizzazioni internazionali
La Presidente della Commissione sottolinea in relazione alla crisi del COVID, sia la fragilità del sistema sanitario globale, sia la necessità di maggiore collaborazione tra stati in ambito sanitario. Oltre ai confini europei la critica va invece ai Paesi che hanno deciso di chiudersi a livello relazionale o di destabilizzare volontariamente i rapporti internazionali con l’UE (“non si tratta di Europe first, ma di essere i primi a rispondere quando qualcuno chiede aiuto”). Per quanto riguarda ad esempio l’accesso ai vaccini la direzione europea è stata quella di promuovere la collaborazione nella ricerca e nella futura distribuzione dei vaccini anche oltre confine. Nello specifico sono stati ottenuti in totale 16 miliardi di Euro da più di 40 Paesi, anche attraverso il G20 e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per finanziare la ricerca di vaccini, test e trattamenti sanitari anti COVID, oltre ai 400 miliardi di Euro forniti dall’UE per l’alleanza globale COVAX. Se i cittadini di tutto il mondo non avranno accesso ai vaccini e alle cure, la crisi sanitaria globale non verrà mai superata del tutto. Per quanto riguarda invece la riforma del sistema multilaterale, la Commissione sostiene che non sia possibile prendere in ostaggio il sistema internazionale per perseguire interessi esclusivi di alcune parti come è successo negli ultimi anni. L’Unione europea pone dunque l’accento sull’importanza di una riforma multilaterale dell’ OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) e dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità).
 

I rapporti globali dell’Unione: Cina, Bielorussia, Russia, Turchia, USA, Brexit, Balcani occidentali, Africa, Giappone e Vietnam.

  • Le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese. L’ultimo incontro tra leader europei e cinesi è avvenuto appena due giorni prima del Dibattito. La Cina è per l’Unione europea un partner negoziale, ma anche un importante competitor economico e rivale sistemico. Ci sono tuttavia anche delle visioni comuni, come ad esempio l’azione contro il cambiamento climatico, per quanto si attendano ancora concreti impegni nella direzione indicata dagli accordi di Parigi del 2015. In campo economico manca ancora il libero accesso al mercato cinese e la reciprocità in ambito commerciale. Una delle maggiori differenze tra Unione europea e Cina è il rispetto del dissenso politico, che in UE non solo è permesso, ma anche legalmente protetto. A riguardo la Commissione europea condanna ad esempio l’azione delle istituzioni cinesi ad Hong Kong come anche gli abusi sulla popolazione turcofona di etnia uigura nello Xinjiang. A chi dice che le istituzioni europee sono lente negli interventi e nelle riforme, Ursula Von der Leyen risponde che sarebbe il momento di passare dal voto all’unanimità a quello a maggioranza qualificata, ad esempio quando si tratta di violazioni dei diritti umani o l’attuazione delle sanzioni economiche.
  • Le manifestazioni in Bielorussia. Come per Hong Kong, la Presidente Von der Leyen condanna le repressioni attuate a Minsk sulla popolazione bielorussa, e non considera democratiche e trasparenti le consultazioni che hanno portato alla rielezione di Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnk. “I cittadini in Bielorussia non possono essere semplici pedine sulla scacchiera di qualcun altro” ha affermato.
  • Il rapporto con la Russia. Viene condannato l’ennesimo avvelenamento riconducibile alla Russia, quello di Aleksej Naval’nyj attraverso un sofisticato agente chimico, come già successo in Georgia, Ucraina, Siria o nel sud del Regno Unito, a Salisbury. “Nessun gasdotto potrà cambiare l’interferenza russa nelle elezioni del mondo” dichiara la Presidente della Commissione.
  • La vicina Turchia. Per quanto l’Unione europea sia vicina alle difficoltà della Turchia e noti il fatto che questa stia accogliendo milioni di profughi, restano non tollerabili le intimidazioni a Cipro e alla Grecia.
  • Un rinnovato patto con gli USA. Nonostante la Commissione non sia in linea con le recenti decisioni della Casa Bianca, si afferma la volontà di mantenere e approfondire in ogni caso il rapporto trans-atlantico, basato sulla storia e sui valori comuni condivisi tra Stati Uniti d’America ed Europa. L’Unione europea è disponibile a discutere dell’accordo bilaterale su tassazione, tecnologia o scambi commerciali, oltre che lavorare assieme sulla riforma delle organizzazioni internazionali OMC e OMS.
  • Regno Unito e accordo sulla Brexit. L’affetto per la popolazione britannica non scomparirà mai, ma le possibilità di un accordo positivo con il Regno Unito in merito alla Brexit, si allontanano sempre più, dal momento che il governo di Boris Johnson non mostra di voler mantenere il patto confermato ad inizio 2020. Non rispettarlo o volerlo cambiare unilateralmente risulterebbe un grave atto da parte di Londra.
  • L’investimento nei Balcani occidentali. La Commissione annuncia un pacchetto economico a sostegno della ripresa economica dei Balcani occidentali, ossia Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Kosovo, Montenegro e Serbia. Non si tratta solo di “una sosta lungo la via della Seta”, ma di parte integrante della storia d’Europa. Inoltre i negoziati di adesione all’UE sono tutt’ora aperti con Albania e Macedonia del Nord.
  • Africa, Vietnam e Giappone. L’Unione Africana è vicino e partner naturale per l’Unione europea, tanto per le questioni legate al clima, quanto per commercio e sviluppo digitale. L’Unione europea non può che interfacciarsi col suo corrispettivo africano per favorire il libero scambio su scala globale. Lo stesso vale per Giappone e Vietnam, con i quali è stato recentemente firmato un accordo di libero scambio, rispettivamente nel 2019 con il primo e nel 2020 con il secondo.

Più in generale per quanto riguarda tutti gli importatori di merci ed energia è considerata necessaria un “carbon price” sulle emissioni di CO2 (con eventuali dazi in entrata nel mercato europeo). Al contempo, è annunciata dalla Commissione europea per l’inizio del 2021 una proposta di “web tax” nel quadro descritto da G20 e OCSE per gli attori del mercato digitale.

Migrazioni, stato di diritto, lotta al razzismo e alla discriminazione:
Dopo la “crisi dei migranti” del 2015 e le lunghe discussioni sulla gestione delle migrazioni, è stato posto come punto prioritario quello della tutela degli esseri umani per evitare in primis morti e dispersi in mare. Nel mese di settembre la Commissione avanzerà una “patto sulle migrazioni” per condividere il supporto a chi ha bisogno, stabilendo in maniera chiara chi ha il diritto di rimanere e chi no. Questo comporterebbe il superamento della Convenzione di Dublino, ossia dell’attuale sistema di asilo e rimpatrio. Nel contempo andranno rafforzati i confini esterni dell’Unione e favorite le vie legali di accesso, per scongiurare i casi di illegalità e morte. Entro la fine di settembre 2020 la Commissione adotterà il primo rapporto annuale sullo Stato di Diritto, garante delle libertà di tutti i cittadini, elemento fondante della comunità di diritto europea. Questo permetterà di individuare prima del 2021 i punti da migliorare come la libertà di stampa, l’indipendenza della giustizia e ulteriori nuove sfide. Per mantenere l’Europa come “società aperta” la proposta della Commissione europea è stata quella di allungare la lista dei “crimini di incitamento all’odio”, che si tratti di motivi razziali o per scelte sessuali, e di istituire un membro della Commissione stessa “antirazzista” per vigilare sulle discriminazioni presenti tanto nella società quanto negli algoritmi che analizzano i dati personali dei cittadini. Verranno condannati, aggiunge Ursula Von der Leyen, tutti i casi di attacco alla comunità LGBTQ e saranno riconosciuti genitori in tutta l’Unione europea coloro che sono riconosciuti tali in uno Stato membro.

LE DIVERSE VISIONI DEGLI EUROPARLAMENTARI (CAPIGRUPPO)

  • Gruppo PPE (Partito Popolare Europeo): Il tedesco Manfred Weber a nome del PPE pone come priorità la creazione di posti di lavoro in Europa, in particolare per i giovani, particolarmente colpiti dalla crisi del COVID. Inoltre propone portare lo sviluppo digitale come priorità al livello dell’ambiente, con un’azione pari al Green Deal. Weber fa notare che, nell’interesse europeo, non è accettabile che i fondi europei finiscano in imprese di proprietà cinese, e ribadisce che l’UE ha bisogno di parlare con una voce unica nei casi come le ingerenze della Russia, la repressione del dissenso in Bielorussia o le minacce della Turchia nei confronti di Cipro e Grecia.
  • Gruppo S&D (Socialisti e Democratici): Critica da parte della spagnola Iratxe García Pérez, capogruppo di S&D, l’Alleanza dei Socialisti e dei Democratici in merito alle tardive azioni sulla gestione della migrazione; si sarebbero potuti evitare i fatti di Moria nell’isola di Lesbo. In attesa della Conferenza sul Futuro dell’Europa va definita la messa in pratica delle molte idee sul tavolo, per esempio con la creazione di un libretto di buoni europei dedicati ai disoccupati e una presa di posizione comune a sostegno della comunità LGBT. Sono apprezzate le iniziative sulla web tax, sul salario minimo europeo (in vista del reddito minimo europeo), sulla riduzione delle emissioni CO2 del 55% e sul nuovo Bauhaus europeo, come anche la sospensione del Patto di Stabilità.
  • Gruppo “Renew Europe”: Il rumeno Dacian Cioloş, presidente di Renew Europe (gruppo nato dall’unione di ALDE con il Partito Democratico europeo) apprezza il piano di rilancio dell’Unione descritto dalla Presidente Von der Leyen. Anche i paesi guidati da euroscettici hanno bisogno dell’aiuto europeo, ma l’Europa degli investimenti deve andare di pari passo con l’Europa dei valori. Auspica che i fondi per la ripresa post COVID non vadano a sostenere alcuni degli autocrati che governano negli Stati membri senza rispettare lo Stato di Diritto. Inoltre ringrazia la Presidente per aver accettato di fare una valutazione d’impatto a margine della riduzione delle emissioni di CO2 del 55% e per aver stanziato il 20% dei fondi che verranno reperiti da Next Generation EU per lo sviluppo digitale, con particolare attenzione alla sicurezza dei dati.
  • Gruppo “Identità e Democrazia”: Il francese Nicholas Bay, deputato francese del gruppo Identità e Democrazia (ID), critica fortemente lo stato dell’Unione. Di fronte alla crisi sanitaria, non comprende l’autocompiacimento delle istituzioni europee: i costi delle spese previste dal piano di ripresa post COVID sono eccessivi, non sono credibili misure come “plastic tax” e “carbon price”, non ci sono garanzie per il rimborso. Troppi vincoli draconiani renderanno le imprese europee poco competitive di fronte al mercato globale, che andrebbe aperto di meno e difeso con dazi doganali seguendo la filosofia Europe First, soprattutto dal gigante asiatico, la Cina e alla Turchia. Infine i migranti economici andrebbero disincentivati ad arrivare: troppo lassismo creerà altri casi come quello di Moria in Grecia.
  • Gruppo ALE/GREENS (Alleanza Libera Europea): Per il gruppo europarlamentare dei Verdi - Alleanza Libera Europea si è espressa la deputata tedesca Ska Keller. Per lei l’Europa lascia consapevolmente gente annegare in mare, una responsabilità collettiva che Stati membri come l’Austria o la Grecia non vogliono accettare. È apprezza la direzione data ai fondi del progetto Next Generation EU, ma non ci possono essere sconti sullo Stato di Diritto per Polonia o Ungheria o qualsiasi altro paese. Occorre una procedura di infrazione per gli Stati che attaccano la comunità LGBT e non aggravare la crisi climatica coi fondi europei, come invece accadrà quando parte di questi sosterranno il consumo di carburanti fossili. Il 55% di riduzioni CO2 in meno non è ancora abbastanza per la soluzione dei problemi climatici, ma l’Unione fortunatamente si pone come leader globale in questo campo, quindi c’è margine di miglioramento.
     
  • Gruppo ECR (Conservatori e Riformisti): Il deputato polacco Ryszard Antoni Legutko dell’Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti in Europa (ACRE) si chiede perché non si siano raggiunti negli ultimi 10 anni gli obiettivi ambiziosi indicati dai Presidenti della Commissione europea, anche se le sue competenze della Commissione venivano aumentate. Il 55% di riduzioni in meno di CO2 è uno standard troppo alto, portato avanti da crociati ambientalisti, che impedirà lo sviluppo europeo. Lo “Stato di Diritto” come viene posto non ha a che fare con quello che è stato accordato nei Trattati, si tratta solo di istituzioni europee che si impongono sugli Stati membri attraverso le pressioni del sistema di voto maggioritario in luogo del voto all’unanimità. Presidenti come Junker hanno perso il Regno Unito perché guidati dalle ideologie federaliste e verdi, non è consigliabile per Ursula Von der Leyen seguire quel percorso.
  • Gruppo GUE/NGL (Sinistra Unitaria Europea – Nordic Green Left) La francese Manon Aubry, co-presidente del gruppo della Sinistra unitaria europea – Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL), afferma che incendi e mareggiate sono chiari segnali della crisi climatica, come i fatti di Moria di una crisi nella gestione dei migranti e la situazione in Polonia e Ungheria di un autoritarismo crescente, ma l’UE guarda con poca lucidità a tutte queste cose. Sarebbe necessario il 65% di emissioni in meno per rispettare gli accordi di Parigi e non condonare le emissioni assorbite dai bacini di stoccaggio di carbonio, come le foreste. La crescita ad ogni costo e il libero scambio sono le ricette che hanno creato i problemi attuali: le misure europee andrebbero invece finanziate con la giustizia fiscale, le tasse sui grandi patrimoni e l’abolizione dei paradisi fiscali.

REPLICA AGLI INTERVENTI DA PARTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA:

  • Risponde alle critiche sulla governance delle migrazioni, ribadendo la posizione della Commissione e rimandando la discussione nel merito al nuovo patto che verrà proposto nella seconda parte di settembre 2020;
  • Risponde ai commenti su come la Commissione intende lo Stato di Diritto, precisando che il report sarà oggettivo e terrà conto di molti elementi prima di condannare uno Stato membro;
  • Risponde ai dubbi sulla creazione di posti di lavoro e sviluppo del digitale, ribadendo gli importanti stanziamenti in questi ambiti;
  • Precisa che gli investimenti del Next Generation Eu saranno precisi, orientati al futuro ed efficienti, poiché nessuno vuole che l’europa rimanga in una situazione di crisi come quella attuale portata dall’emergenza Covid-19.

L'INTERVENTO DEL CONSIGLIO DELL'UE

A nome del Consiglio dell’Unione europea, che raduna i ministri degli Stati membri dell’UE, interviene il ministro tedesco Michael Roth: afferma che quello appena presentato è il pacchetto finanziario più importante della storia d’Europa, inevitabilmente non tutte le proposte di investimento verranno accettate o approvate, ma si cercherà un compromesso nell’interesse di tutti i cittadini europei, colpiti dalla crisi COVID. La ricostruzione dell’Europa in chiave ecologica e sociale ha il pieno appoggio del Consiglio dell’Unione europea: non bisogna però dimenticare la necessità di maggiore coesione sociale, lotta a povertà ed esclusione, maggiore controllo del fenomeno globale delle migrazioni, attenzione allo Stato di Diritto e la necessità di intervenire con una voce condivisa, come Unione, sui fatti che succedono nel mondo. Su questi punti la Commissione europea verrà appoggiata in toto.

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