Cambio in vista per il mercato dei buoni pasto in Italia dal primo settembre 2025. Un cambio, è bene precisarlo subito, che non riguarda tanto i lavoratori che ricevono i ticket come compensazione del servizio mensa, quanto il rapporto tra la società che emettono i voucher e gli esercizi commerciali come bar, ristoranti e supermercati che li accettano.
Dicevamo che la data da cerchiare sul calendario è lunedì 1 settembre 2025. Perché da questo giorno è entrato in vigore il limite massimo del 5% delle commissioni che le società che emettono i buoni pasto possono applicare agli esercenti sul valore del ticket stesso. La norma è contenuta nell’articolo 36 del ddl Concorrenza, il disegno di legge per il riordino e la competitività dei mercati che tradizionalmente i governi deliberano a fine anno e che infatti è stato approvato a dicembre 2024.
La postilla estende al settore privato una regola in realtà già prevista per i dipendenti del pubblico dal 2023. L'obiettivo? Ridurre i costi di gestione, spesso molto elevati, a carico di bar, ristoranti e supermercati quando ricevono i buoni pasto dai clienti. Alcune insegne, infatti, non accettano i buoni pasto a causa dei costi di commissione da versare alle società che emettono i ticket e che, in taluni casi, possono raggiungere il 20% del valore. Motivo per cui non conviene.
La norma ha previsto un ingresso graduale del tetto: fino al 31 agosto c’è stato il tempo per recepire il tetto al 5% nei contratti già esistenti tra società emettitrici ed esercizi convenzionati (170mila imprese); mentre nei nuovi contratti siglati tra l’entrata in vigore della norma e il 1°settembre il tetto doveva già essere previsto.
I buoni pasto emessi fino al 31 agosto e con le regole precedenti (senza tetto) sono validi fino al 31 dicembre, mentre dal 1° gennaio 2026 verranno applicate in ogni caso le commissioni con soglia massima al 5%.
Nelle intenzioni del governo, la sforbiciata delle commissioni serve a riequilibrare il mercato dei buoni pasto, rendendoli più remunerativi per bar e ristoranti (e quindi preservano la funzione di welfare aziendale che hanno per i dipendenti) a scapito delle marginalità delle società emettitrici.
"Oggi possiamo dire che il mercato dei buoni pasto torna finalmente in equilibrio. Questo permetterà a un settore che ormai non li accettava più, perché di fatto erano scomparsi dalla ristorazione, di tornare a utilizzarli. Prima le commissioni erano arrivate a livelli insostenibili: nel privato fino al 12-13%, nel pubblico addirittura al 21%. Con il tetto fissato al 5% diventa nuovamente conveniente accettare i buoni pasto", ha affermato Roberto Calugi, direttore generale di Fipe.
"Siamo estremamente soddisfatti per un risultato che l’Associazione Ristoratori del Trentino ha promosso e sostenuto da tempo," ha dichiarato il Presidente Marco Fontanari. "Questa norma rappresenta un passo cruciale per la nostra categoria, perché mette fine a una distorsione del mercato che penalizzava in modo intollerabile gli esercizi commerciali. Poter accettare i buoni pasto in modo equo e trasparente tutela la nostra attività e il servizio che offriamo ai clienti."
In merito al tetto del 5%, Fipe ricorda che il tetto deve coprire tutti i costi di processazione del buono pasto, come accettazione, erogazione e fatturazione. In tal senso l'associazione mette in guardia gli esercenti dalla sottoscrizione di contratti per pos multi-emittore, con prelievi ad hoc per l'usufrutto del dispositivo e la gestione delle transazioni, invitando i titolari a richiedere alle società emettitrici gli strumenti di gestione.
Questo evento è un'opportunità fondamentale per comprendere in modo approfondito i cambiamenti normativi in arrivo e valutare i loro effetti sulla tua attività.
Venerdì 12 settembre alle ore 11.00
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