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Insicurezza: gli allarmi crescono ma le cose non cambiano

Lo Sportello Sicurezza Anticrimine è a disposizione gratuitamente per gli associati

19/07/2021

Anche se è divenuta quasi un’abitudine, sentirsi in stato di pericolo quando dobbiamo andare in stazione a prendere il treno di sera, o perché certe zone della città sono inquietanti anche di giorno, perché siamo appena incappati nell’ennesima rissa tra spacciatori o tossicodipendenti e ogni faccia “strana” ci crea allarme, o perché lavorare in un negozio o bar a filo strada è diventato un “fronte senza regole nella terra di nessuno”, ciò è davvero difficile da digerire. Forse nelle valli il fenomeno è meno evidente, meno avvertito, ma la vita di città, anche nel civile Trentino, è divenuta una sfida quasi quotidiana. E non è detto che sia così anche in qualche realtà di valle, soprattutto se pensiamo ai furti in appartamento, per tacere della droga.

I meno giovani ricorderanno che un tempo, in Trentino, il livello di fiducia era talmente alto che spesso le abitazioni non venivano neppure chiuse a chiave. Era scontato che i pericoli in generale, seppur da sempre esistiti, fossero molto bassi e comunque poco avvertiti. Con il passare dei decenni le cose sono peggiorate e non solo le porte hanno cominciato ad essere ben chiuse, ma blindate, e sono cresciute le richieste di antifurto con telecamere, la detenzione di armi in casa e ormai a tutte le ore quell’andare circospetto di chi non sa mai cosa trova dietro l’angolo. Oggi, soprattutto in città, la paura della criminalità è decisamente elevata e non sembra ridursi. D'altronde sarebbe sorprendente una situazione diversa: è infatti costante il calo della fiducia nel prossimo, erosa da una dinamica sociale che vede gli allarmi – di ogni tipo – moltiplicati a dismisura. È ben vero che in Trentino la situazione è migliore che nella media del Paese; tuttavia quasi il 70% della popolazione ritiene di non potersi fidare del prossimo. Molto meno del 90% registrato in Sicilia, certo, ma resta una percentuale davvero alta, soprattutto se consideriamo il livello da cui siamo partiti.

Di fronte a queste percezioni, i dati sulla criminalità sembrerebbero confortanti, non tali da giustificare il senso di pericolo che sempre più è avvertito dalla popolazione. Quindi, qualche ragionamento in più è doveroso.

È a tutti noto che la sensazione di insicurezza, cioè il timore di essere esposti a episodi di criminalità, non sempre coincide con la quantità di reati denunciati alle forze dell’ordine. Anzi, è ormai “quasi normale” che tra la percezione soggettiva e l’evidenza dei dati si rilevi una discordanza significativa a favore della prima. È possibile legare questa asimmetria, almeno in parte, al fatto che molte situazioni spiacevoli, come molti reati, non vengono denunciati, vuoi perché si temono le lungaggini burocratiche che sempre accompagnano una denuncia, vuoi perché la fiducia che fatta la denuncia vi sia qualche significativa conseguenza giudiziaria è piuttosto bassa: almeno per i reati meno gravi, pensiamo ad esempio ai frequenti furti di biciclette, anche se ormai talune costano come una piccola utilitaria.

Inoltre il clima inquietante prodotto dalla pandemia e le difficoltà economiche che ne sono conseguite non aiutano certo ad essere sereni e ottimisti. Durante i periodi di difficoltà o di crisi, tra le persone spesso si crea un clima di sfiducia generalizzato che influisce, accrescendoli, gli indicatori soggettivi che potremmo definire allarmanti. Accanto a questi fattori, fondamentale è sempre più anche l’influsso dei climi generali, che soprattutto oggi trasmettono la sensazione di un mondo minacciato dalle catastrofi ecologiche e naturali, piuttosto che dai venti di guerra che soffiano un po’ ovunque. Climi inquieti e inquietanti amplificati a dismisura da quel fantastico, e ad un tempo terribile, effetto moltiplicatore prodotto dalla rete e da tutti i nuovi media che rendono il mondo più cupo di quanto sia in realtà.

Di fronte a tutto questo l’azione dello Sportello Sicurezza Anticrimine messo in campo da Confcommercio Trentino non potrà certo essere una risposta esaustiva, ma è un segno importante di un’attenzione che tocca non solo gli organismi pubblici preposti alla sicurezza, ma anche un’associazione di categoria.

Ciò detto, in un tempo in cui la percezione soggettiva non è meno importante del riscontro oggettivo, una cosa sembra evidente: non basta ribadire cocciutamente quello che risulta dai dati per incidere sui sentimenti. Sul piano dei possibili correttivi, ovviamente è necessario migliorare il migliorabile, con un impegno che consideri e prenda in carico anche quello che, talvolta, è considerato un problema minore: un reato non abbastanza grave da meritare attenzione. Tuttavia, nel contempo è indispensabile operare, con mezzi altrettanto idonei, sul fronte critico del “ciò che sembra”, affrontando con la dovuta determinazione situazioni simbolo che, forse non sono drammatiche se consideriamo la gravità dei reati, ma lo sono in termini di percezione. Un qualunque luogo della città in cui, quasi indisturbato, prende piede un mercato a cielo aperto in cui regnano gli spacciatori è un esempio eclatante in questo senso. In definitiva, massima attenzione per la veridicità e la credibilità dei dati forniti, in particolare dai poteri pubblici, ma altrettanta attenzione per interpretarne l’impatto sull’opinione pubblica: con tutto ciò che ne deriva in termini di priorità e di modalità di intervento.

Il servizio gratuito dello Sportello Sicurezza Anticrimine di conseguenza è stato pensato e creato da Confcommercio per assistere i soci in tutte quelle situazioni che possono incidere sulla loro sicurezza personale, aziendale e familiare. Li assiste nella stesura delle denunce/querele, nel prevenire e affrontare le offerte predatorie o usurarie, raccoglie e propone in prima persona alle autorità preposte i fatti-reato o situazioni di possibile reato a conoscenza dei soci ma che non ritengano esporsi in prima persona. Ascolta ogni tipo di problematica o dettaglio che si vuole segnalare e in generale offre consigli in rapporto ad ogni situazione che possa incidere sulla loro serenità. È in fase di realizzazione una App dedicata che permetterà ai soci di interagire rapidamente con lo Sportello e segnalare in forma anonima qualsiasi situazione dolosa o rilevante per la sicurezza. Sono tante le funzioni dello Sportello Sicurezza Anticrimine di Confcommercio, ma la primaria resta quella di offrire fiducia agli iscritti che come sempre, più di altre categorie di lavoratori, si trovano in prima linea a difendersi e difendere l’intero tessuto sociale. In questo lo Sportello può essere un’arma in più.