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Le imprese chiedono riaperture rapide

L'editoriale del presidente Bort sul nuovo numero dell'Unione

06/05/2021 da Ufficio stampa

Un po’ come questa primavera che stenta a partire, la ripresa dell’Italia appare claudicante e incerta. Dopo il cambio del Governo, dopo l’arrivo - a singhiozzo - dei vaccini, dopo le fughe in avanti dei territori, non stiamo ancora assistendo a quel cambio di marcia che in tanti (tutti, direi) avevamo sperato. Nessuno ha intenzione di negare che la situazione nella quale ci troviamo sia complessa, ma al di là delle buone intenzioni, tutte condivisibili, vediamo ancora un’eccessiva lentezza nelle operazioni di messa in sicurezza sanitaria del nostro Paese. 

Una lentezza che le imprese ora non riescono più a sopportare. Da più parti sorgono spontanei movimenti di protesta, più o meno improvvisati, che - seppur in forme talvolta anche condannabili, come quelle in cui vengono messi in scena atteggiamenti violenti - non possono essere criticati del tutto: ciò che spinge imprenditori e professionisti a scendere in piazza sono motivazioni più che legittime che come Associazioni di categoria non possiamo che sottoscrivere. Le stesse nostre Associazioni non hanno paura a scendere in piazza, come ha fatto Fipe a Roma per l’assemblea generale, o come abbiamo fatto noi stessi, assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza,in piazza Duomo a Trento. 

Il nostro compito è raccogliere la rabbia e l’esasperazione degli associati, canalizzandole in un atteggiamento costruttivo e propositivo, che non rinunci però alla risolutezza originaria e, soprattutto, al grande senso di sconforto che pervade l’economia, anche trentina. È emblematico il caso dei “ristori”: promessi, legiferati, a volte arrivati a volte no, quasi sempre insufficienti, in alcuni casi quasi offensivi nella loro inadeguatezza... Ora le imprese chiedono di riaprire e la partita dei ristori, che noi portiamo avanti a livello nazionale e locale, sembra quasi passata in secondo piano. Riaprire e lavorare, è questa la disperata richiesta di un tessuto economico ormai allo stremo. 

Come la primavera, speriamo che la ripresa possa finalmente entrare nel vivo. Ma se per le stagioni non possiamo far altro che stare alla finestra e attendere, per le nostre imprese continueremo l’impegno costante, massiccio e assiduo che abbiamo sempre messo in campo.

 

 

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