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Comunicato stampa

Non è solo una questione di sci: a rischio tutto il settore

26/11/2020 da Ufficio stampa

TRENTO. La questione dell’apertura degli impianti di risalita non è un fatto circoscritto agli sciatori o alle piste: in gioco c’è l’intero settore del terziario che, tra turismo e commercio, rischia un danno di 1 miliardo di euro, come ha ricordato l’assessore provinciale Roberto Failoni. Anche Confcommercio Trentino, per bocca del presidente Giovanni Bort, chiede che vengano assunte scelte in modo estremamente responsabile e ponderato, considerando in maniera realistica e accurata l’impatto che far saltare o anche solo rinviare la stagione invernale provocherà sul Trentino. No alle chiusure indiscriminate, dunque, e si faccia un’analisi seria che salvaguardi le imprese.

«Non è solo una questione limitata alle piste - spiega il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort - lo sci per il Trentino significa alberghi, bar, ristoranti, negozi, grossisti, servizi. È ormai acclarato che il turismo in Trentino valga un 20% del PIL. Noi crediamo sia una stima al ribasso, perché in realtà la presenza turistica pesa probabilmente molto di più. E, notoriamente, quella invernale è la stagione più consistente, rispetto all’estate. Chiudere gli impianti significa far chiudere per sempre centinaia di imprese, con un effetto a cascata incalcolabile sull’intera economia provinciale».

«Chiediamo - è l’appello del presidente di Confcommercio Trentino - che si valuti rigorosamente ogni possibile opzione, consapevoli dell’efficacia dei protocolli attuali e di altri possibili, sottoscritti ad hoc per far funzionare la “macchina” del turismo invernale. Di certo non accetteremo una chiusura come via più semplice. Mi fa piacere che la Giunta provinciale dimostri sensibilità verso la questione e sia al fianco degli operatori: abbiamo bisogno che Governo ed Europa riflettano attentamente e lavorino per garantire questa stagione turistica. Una stagione che già in queste condizioni porterà cali a due cifre: annullarla sarebbe il disastro».